SMARTPHONE IN CLASSE? FORSE SÌ, FORSE NO

Il ritorno tra i banchi di scuola non è mai facile, si sa. Quest’anno però la tecnologia potrebbe venire in soccorso degli studenti. Si perché a quanto pare anche in Italia presto il BYOD sarà realtà. Bring Your Own Device, porta il tuo dispositivo, è l’acronimo che descrive quelle politiche aziendali che consentono di utilizzare i propri dispositivi personali in ambiente di lavoro. In Europa e ora anche in Italia si inizia a parlare di BYOD in ambito educativo. L’obiettivo sarebbe quello di sfruttare i dispositivi elettronici personali di studenti e insegnanti per la didattica digitale, alleggerendo le scuole da strumentazioni informatiche costose e ingombranti.

Lo sdoganamento dello smartphone tra i banchi in Italia potrebbe già partire dal prossimo anno scolastico. Invece che pregiudicare lo studio, infatti, potrebbe essere un valido strumento per la didattica se utilizzato correttamente. Si potrà usare solo sotto la guida esperta e costruttiva dell’insegnante per fare ricerche, rispondere a quiz e sondaggi adoperandolo come telecomando, entrare nei social network per la didattica. Insomma se utilizzato sotto la supervisione di esperti potrebbe avere anche un uso educativo. Non tutti, però, la pensano così. C’è chi lo vede come una minaccia, uno strumento di distrazione, che verrebbe usato goliardicamente e in maniera poco responsabile. Per ora l’idea ha preso un’insufficienza, ma se la società cambia è normale che anche la scuola debba adattarsi a un mutamento ormai inevitabile.